lunedì 24 settembre 2012

RICHARD WAGNER

File:RichardWagner.jpgWilhelm Richard Wagner (Lipsia, 22 maggio 1813 – Venezia, 13 febbraio 1883) è stato un compositore, librettista, direttore d'orchestra e saggista tedesco. Firma di Wagner Citato a volte nei testi in lingua italiana[1] come Riccardo Wagner[2], è riconosciuto come uno dei più importanti musicisti di ogni epoca, nonché del romanticismo. Wagner è principalmente noto per la riforma del teatro musicale. Diversamente dalla maggioranza degli altri compositori di opera lirica, Wagner scrisse sempre da sé il libretto e lasceneggiatura per i suoi lavori.[3] Le composizioni di Wagner, in particolare quelle del suo ultimo periodo, sono rilevanti per la loro tessitura contrappuntistica, il ricco cromatismo, le armonie, l'orchestrazione e per l'uso della tecnica del leitmotiv: temi musicali associati a persone, luoghi o sentimenti.[4] Wagner inoltre fu il principale precursore del linguaggio musicale moderno: l'esasperato cromatismo del Tristano avrà infatti un effetto fondamentale nello sviluppo della musica classica.[5] Egli trasformò il pensiero musicale attraverso la sua idea di Gesamtkunstwerk (opera totale), sintesi delle arti poetiche, visuali, musicali e drammatiche. Questo concetto trova la sua realizzazione nel Festspielhaus di Bayreuth, il teatro da lui costruito appositamente per la rappresentazione dei suoi drammi, dove tuttora si svolge il Festival di Bayreuth, dedicato completamente al compositore di Lipsia.[6] La sua arte rivoluzionaria, su cui sono presenti, dal punto di vista dei libretti, influenze della tradizione della mitologia norrena, germanica e dei poemi cavallereschi, nonché quelle della filosofia di Arthur Schopenhauer, e dal punto di vista musicale influssi dell'intera storia della musica classica, scatenò reazioni contrastanti nel mondo artistico e divise critici e appassionati in "wagneriani" e "antiwagneriani": fu anche per questo che il compositore conobbe il successo solo negli ultimi anni della sua vita.[7] Secondo Friedrich Nietzsche, che gli fu amico per un breve periodo, prima della sua rottura ideologica con il compositore, la musica delle opere migliori di Wagner, secondo il suo giudizio quelle della tetralogia L'anello del Nibelungo, il Tannhäuser e il Tristano e Isotta, rappresenta in pieno il massimo esempio dello spirito dionisiaco nella storia della musica stessa, cioè il suo aspetto istintuale, in contrapposizione a quella di Mozart, che raffigura lo spirito apollineo, ossia il raziocinio.[8]

GIUSEPPE VERDI


Giuseppe Verdi nacque nelle campagne della bassa parmense, a Roncole, frazione di Busseto, il 10 ottobre 1813 da Carlo, oste e rivenditore di generi alimentari, e Luigia Uttini, filatrice. Carlo proveniva da una famiglia di agricoltori piacentini (stesse origini della moglie) e, dopo aver messo da parte un po' di denaro, aveva aperto una modesta osteria nella casa di Roncole, la cui conduzione alternava al lavoro dei campi. L'atto di nascita fu redatto in francese, appartenendo in quegli anni Busseto e il suo territorio all'Impero francese creato da Napoleone.
Pur essendo un giovane di umile condizione sociale, riuscì tuttavia a seguire la propria vocazione di compositore grazie alla buona volontà e al desiderio di apprendere dimostrato. L'organista della chiesa di Roncole, Pietro Baistrocchi, lo prese a benvolere e gratuitamente lo indirizzò verso lo studio della musica e alla pratica dell'organo. Più tardi, Antonio Barezzi, un negoziante amante della musica e direttore della locale società filarmonica, convinto che la fiducia nel giovane non fosse mal riposta, divenne suo mecenate e protettore aiutandolo a proseguire gli studi intrapresi.

GIOACCHINO ROSSINI

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A neanche vent'anni tre sue opere sono già state rappresentate e il numero, un anno dopo, salirà a dieci. L'esordio ufficiale sulle scene era avvenuto nel 1810 al Teatro San Moisè di
Venezia con La cambiale di matrimonio.

CLAUDIO MONTEVERDI




File:Claudio Monteverdi.jpg

Claudio (Giovanni Antonio) Monteverdi (Cremona, 26 maggio 1567 – Venezia, 29 novembre 1643) è stato un compositore italiano. Il suo lavoro di compositore segnò il passaggio dalla musica rinascimentale alla musica barocca. Fu uno dei principali innovatori che accompagnarono l'evoluzione del linguaggio musicale (su questo processo stilistico vedi anche Retorica musicale), insieme al "principe dei musici", Carlo Gesualdo. Monteverdi scrisse una delle prime opere teatrali in cui fosse sviluppabile una trama drammatica, ovvero un melodramma, L'Orfeo, ed ebbe la fortuna di godere del proprio successo mentre era ancora in vita.
 Biografia 
 Studiò con il maestro di cappella del Duomo di Cremona, Marc'Antonio Ingegneri, e già nel 1582, a soli quindici anni, pubblicò la raccolta vocale Sacrae Cantiunculae, a cui seguirono nel 1583 i Madrigali spirituali a 4 voci, nel 1584 le Canzonette a 3 voci libro I, i Madrigali a 5 voci libro I nel 1587 ed il II libro nel 1590. Mantova Claudio Monteverdi, opera di anonimo, 1597 circa Dal 1590 al 1592 Monteverdi operò alla corte di Mantova in qualità di "violista" (nell'accezione più ampia del termine, cioè di suonatore di strumento ad arco non meglio specificato: tuttavia, nel suo ritratto giovanile riprodotto in questa pagina imbraccia chiaramente una viola da gamba) e in quest'ultimo anno pubblicò il III libro de Madrigali

IL RECITATIVO

Il recitativo è una forma di composizione usata comunemente in melodrammi, oratori, cantate e opere, ma talvolta anche nei concerti, nella quale il cantante si esprime mediante uno stile che è stato definito come "recitar cantando". Storia e caratteristiche [modifica] Il recitativo si è sviluppato dalla monodia nel corso del XVII sec. Altre forme che hanno contribuito alla sua nascita sono state la salmodia e il madrigale. Nella musica barocca il recitativo era il luogo per eccellenza dedicato agli elementi narrativi e dialogici di una composizione articolata in più tempi. Considerazioni e sentimenti invece erano relegati nelle arie e nei pezzi chiusi. Per questo motivo soprattutto nel recitativo è importante la comprensione del testo conseguita principalmente con un accompagnamento semplice, effettuato da pochi strumenti e con caratteristiche musicali meno individualizzate che nelle arie. Il recitativo consiste essenzialmente di una diegesi, mentre le arie e i pezzi chiusi rivestono le funzioni della mimesi. Questa contrapposizione nacque in seguito alla rielaborazione di antiche idee platoniche e aristoteliche effettuata dai partecipanti alla Camerata dei Bardi a Firenze all'inizio del '600.

IL VIRTUOSO DI CANTO

Il virtuosismo è un atteggiamento musicale che si diffonde nella prima metà dell'Ottocento in seguito all'affermarsi della borghesia: quando l'aristocrazia cominciò a perdere importanza, i musicisti che avevano un lavoro fisso presso di loro diventarono liberi professionisti che, per avere successo, cercavano di stupire il pubblico con esecuzioni che richiedevano grandi doti tecniche. La personalità del "virtuoso" è riconoscibile fin dall'infanzia, grazie a una facilità di esecuzione fuori dal comune spesso associata a una spontanea vena creativa. Non a caso, contesti virtuosistici sono spesso avvicinati ad ambiti nei quali la componente improvvisativa ha un ruolo dominante, quali il canto lirico o il jazz. Il virtuoso nella storia [modifica] La pratica del virtuosismo ha innervato interi periodi della storia della musica: basti pensare al secolo d'oro della tradizione belcantistica italiana, passando per il concertismo pianistico di epoca Biedermeier, sino ad arrivare alle sfrenate jam-session jazzistiche dei primi decenni del XX secolo. Attualmente, nel panorama della musica popolare, i generi in cui maggiormente è rimasto in vita lo spirito del virtuosismo sono la fusion e alcune derivazioni del metal.File:Virtuoso Virtuosi Collage Montage.png

IL MELODRAMMA :LE RAGIONI DI UN SUCCESSO

Il melodramma è un genere di teatro dove i personaggi si esprimono con il canto e la musica. La musica non accompagna le parole, ma è la parte fondamentale della rappresentazione e da essa dipendono tutti gli altri elementi che formano lo spettacolo.
Breve storia:
Già nella tragedia greca la poesia si univa alla musica; così pure nel Medioevo, nelle scene di argomento religioso e profano, si utilizzano accompagnamenti musicali.
Nel XV sec a Firenze, un gruppo di studiosi, la cosiddetta Camerata Fiorentina, era solito riunirsi nelle case dei nobili (in particolare a Palazzo Bardi da cui il nuovo nome “Camerata dei Bardi” ), per sperimentare semplici melodie ispirandosi al modello dell’antica musica greca.
Nacque così un tipo di musica a metà fra il canto e il recitato eseguita da un solista e accompagnata dalla melodia degli strumenti.
Questo nuovo stile fu applicato a due opere teatrali del poeta Rinuccini(1550-1620); tuttavia il vero e primo grande autore di opere liriche fu Claudio Monteverdi il quale determinò definitivamente il principio fondante del melodramma e cioè che la musica è privilegiata o almeno ha pari dignità delle parole.
All'affermazione di questo nuovo genere contribuì fortemente la costruzione dei primi teatri lirici, costruiti con accorgimenti del tutto nuovi soprattutto in termini acustici.
XVIII - XIX sec
Il melodramma trionfò e si diffuse rapidamente potendo contare su grandi compositori:
in Germania su Mozart e più tardi su Wagner;
in Italia ci fu l'affermazione di grandi nomi della lirica tra cui ricordiamo in particolare:
  • Rossini
  • Bellini
  • Donizetti
  • Verdi
  • Puccini

IL TEATRO

Il teatro europeo all'inizio dell'Ottocento fu dominato dal dramma romantico. Gli ideali romantici vennero esaltati in modo particolare in Germania. Nel romanticismo si situano Johann Wolfgang von Goethe e Friedrich Schiller, che videro nell'arte la via migliore per ridare dignità all'uomo. Degli ideali romantici e neoclassici si nutrirono molte tragedie di soggetto storico o mitologico. Al romanticismo teatrale fecero riferimento anche gli autori italiani come Alessandro Manzoni con tragedie come l'Adelchi e Il Conte di Carmagnola, oltre a Silvio Pellico con la tragedia Francesca da Rimini , ambientazioni analoghe tornarono anche nel melodramma. Molto importante fu anche il teatro romantico inglese fra i maggiori rappresentanti ci furono Percy Bysshe Shelley, John Keats e Lord Byron. Ma è anche il secolo degli anticonformisti sia a livello artistico sia nella giustizia sociale, ben rappresentati dal society drama portato in scena da Oscar Wilde e degli innovatori come Georg Büchner che precorsero il dramma novecentesco. In Inghilterra, in Francia ed in Italia, in concomitanza con la nascita del naturalismo e del verismo (perenne ricerca della realtà in maniera oggettiva), intorno alla metà del secolo le grandi tragedie cedettero il posto al dramma borghese, caratterizzato da temi domestici, intreccio ben costruito e abile uso degli espedienti drammatici. Il maggiore esponente del teatro naturalista fu Victor Hugo e del teatro verista Giovanni Verga, nell'America Latina Florencio Sánchez seguì la loro scuola e si mise in evidenza.