martedì 27 novembre 2012

IMPROVVISAZIONE

Improvvisare il proprio assolo non vuol dire suonare la prima cosa che passa per la testa.La creatività si deve muovere all' interno delle regole ben precise . Bisogna naturalmente seguire il ritmo dell' accompagnamento , ma è indispensabile anche rispettare l' armonia  , gli accordi del brano ; infine si deve concordare il momento e la durata del proprio assolo improvvisato .

IL JAZZ



Il jazz è un genere musicale di origine statunitense nato nei primi anni del XX secolo nelle comunità afroamericane del sud degli Stati Uniti. Frutto di una confluenza di tradizioni musicali africane ed europee, le sue caratteristiche peculiari sono l'uso intenso di improvvisazione, il ritmo swing spesso sincopato, la poliritmia e il tono malinconico dato dall'uso delle blue note.

lunedì 12 novembre 2012

IL PRE-JAZZ

Tutto ebbe inizio sicuramente da un avvenimento storico drammatico come quello della deportazione degli schiavi africani negli Stati Uniti, in particolare negli stati del Sud per lavorare come schiavi nelle piantagioni.
Furono loro che iniziano a cantare “worksong” nelle campagne durante il duro lavoro, lo spiritual e il gospel nelle funzioni religiose, il blues Dopo l’abolizione della schiavitù nel 1863 i numerosi neri si stabilirono nelle grandi città americane e molti di essi trovarono lavoro come musicisti. E contribuirono alla diffusione di questo nuovo genere. Queste forme di musica si riversarono tutte assieme nelle originarie e primitive forme del jazz che unite alla cultura dei bianchi immigrati che abitavano in quei luoghi danno origine al genere jazz come lo conosciamo.
Alla base del jazz ci sono tre caratteristiche fondamentali :
-Il ritmo: che nel jazz ha un suono tutto particolare fortemente sincopato
-improvvisazione: musicisti alle quali non manca l’esperienza improvvisano degli accenti delle sfumature tipiche del jazz
-la voce : nel jazz cantato l’uso della voce a toni bassi è l’elemento peculiare .

LA DELCUTURAZIONE

In etnologia, termine con cui si indica il processo distruttivo di una cultura da parte di una cultura dominante, operato tramite l'imposizione di modelli culturali, modi di vita, tecnologie diverse. Ciò può avvenire forzatamente, spesso accompagnato da vero e proprio etnocidio e genocidio, in seguito all'occupazione di un territorio da parte di popolazioni straniere, o alla dispersione e frammentazione di un popolo operata dai conquistatori. Meno immediata, ma più devastante, è la deculturazione prodottasi in seguito all'egemonia culturale esercitata, anche indirettamente, da un popolo tramite la sua superiorità economica e tecnologica, mediata dall'affermazione di un più vantaggioso modo di vita materiale. Tipico esempio di deculturazione imposta con la violenza è quello degli Indiani del Nordamerica, sradicati dalle proprie terre, perseguitati, decimati e costretti a mutare le proprie abitudini confinati in “riserve” il più delle volte improduttive; va segnalato, tuttavia, che l'opposizione a un processo di deculturazione seppur latente è sempre molto profonda, come appare dimostrato proprio dagli Indiani che, in questi ultimi decenni, hanno rilanciato i valori tradizionali della propria cultura, evidentemente non definitivamente cancellata. 

LA BALLATA

La ballata è una forma di poesia chiamata anche canzone a ballo perché destinata al canto e alla danza, è un componimento che si trova in tutte le letterature di lingua romanza e ha una particolare struttura. Inoltre era particolarmente caratteristica della poesia popolare Britannica e Irlandese dal periodo del Tardo Medioevo fino al 1800; usata ampiamente in Europa e più tardi in America, Australia e in Nord Africa. Questo tipo di poesia fu spesso utilizzata dai poeti e dai compositori a partire dal 1700 per produrre ballate liriche.

SPIRITUAL


Lo spiritual è una musica afro-americana, usualmente con un testo religioso cristiano. Originariamente monofonica e a cappella, questo genere musicale è antecedente al blues. Lo spiritual è l'antenato del jazz. Solitamente gli schiavi neri cantavano queste canzoni, accompagnandosi con rumori prodotti da coperchi di pentole e lattine, al fine di battere il tempo. Lo spiritual era un canto spirituale, come dice il nome stesso, che veniva dedicato a Dio per alleviare i dolori e le sofferenze della schiavitù. I termini nero spiritual, black spiritual, e afro-american spiritual sono tra loro sinonimi; nel XIX secolo il termine jubilee era più diffuso (soprattutto tra gli afroamericani; i bianchi spesso chiamavano queste canzoni degli schiavi). Qualche musicologo invece li chiama canti folk degli afroamericani.

FRANZ LISTZ





A Londra riceve alcune onorificenze incontrando il Principe di Galles e la Regina Vittoria, a Parigi incontra Claude Debussi, ma in Germania, durante il festival di Bayeruth (festival creato da Wagner), si ammala di polmonite e muore il 31 luglio 1886. il 22 ottobre del 1811, Pianista e Direttore d'Orchestra, si affermò come il più grande pianista del suo tempo, grazie ad un virtuosismo senza confronti.Dopo aver iniziato da bambino lo studio del pianoforte con il padre Adam, funzionario del principe Esterházy, a 11 anni Franz Liszt si trasferisce con la famiglia a Vienna dove può seguire lezioni di composizione con Antonio Salerie e di pianoforte con Czerny, uno dei più rinomati virtuosi dell'epoca.Nel 1823, Franz Liszt arriva a Parigi dove inizia una leggendaria carriera di concertista, mentre studia teoria e composizione nella scuola di Reicha e Paer, per essere ammesso al Conservatorio.Il maestro Cherubini, che è il musicista che lo esamina, non lo ritiene abbastanza preparato e lo boccia.

FRYDERYK CHOPIN


 è stato un compositore e pianista polacco. Fu uno dei grandi maestri della musica romantica ed è talvolta ricordato come il poeta del pianoforte.
Bambino prodigio, Chopin crebbe a Varsavia, dove ebbe modo di completare la sua formazione musicale. A seguito della repressione russa della Rivolta di Novembre (1830), si trasferì in Francia nel contesto della cosiddetta Grande Emigrazione. Per dieci anni, dal 1837 al 1847, fu legato sentimentalmente alla scrittrice francese George Sand. Era di salute cagionevole, e ciò lo portò alla morte nel 1849, all'età di 39 anni.
Gran parte delle composizioni di Chopin vennero scritte per pianoforte solista; le uniche significative eccezioni sono i due concerti per pianoforte. Le sue opere sono spesso impegnative dal punto di vista tecnico, ma mantengono sempre le giuste sfumature e una profondità espressiva. Egli inventò la forma musicale nota come ballata strumentale e addusse innovazioni ragguardevoli alla sonata per pianoforte, alla mazurca, al valzer, al notturno, allapolonaise, allo studio, all'improvviso, allo scherzo e al preludio.

FRANZ SCHUBERT



Nato a Vienna nel 1797, conosce un'infanzia modesta, durante la quale la sua vocazione musicale è contrastata dal padre, maestro di scuola che lo preferirebbe insegnante.
Studia comunque pianoforte, organo e canto, per giungere alle prime composizioni all'età di dodici anni.
Nel 1818 abbandona definitivamente la strada dell'insegnamento e si consacra al mestiere di musicista, nonostante ciò non gli assicuri un tenore di vista soddisfacente.
La sua sussistenza materiale è infatti appena garantita dai numerosi amici: aristocratici, ricchi borghesi, intellettuali e artisti che Franz ricambia animando divertenti serate impegnate sulla musica, dette appunto Schubertiadi.
L'inestimabile valore della sua musica sarà però apprezzata adeguatamente solo dopo la sua morte, avvenuta nel 1828 a causa di una febbre tifoide, quando il compositore ha appena trentuno anni.
Solo allora infatti viene pubblicata ed eseguita la maggior parte delle sue opere, tra le quali otto sinfonie e vari lavori sacri o destinati al teatro.
Soprattutto però spicca la musica da camera e uno sterminato numero di lieder. Fondamentali anche le pagine per pianoforte solo, che appaiono cantabili ed espressive, lontane da ogni pretesa di virtuosismo spettacolare. Attraverso questa straordinaria produzione, quasi sempre di altissimo livello, Schubert si impone come il più importante contemporaneo di Beethoven e più di questi già orientato verso la stagione romantica che in quegli anni va iniziando.

ACCESS

martedì 6 novembre 2012

WORK SONG


Per canto di lavoro si intende un brano musicale strettamente connesso a una specifica forma di lavoro spesso cantato durante lo svolgimento di una mansione, spesso per mantenere tempo e coordinazione; oppure una canzone legata a una mansione o a un mestiere, che può essere un racconto o una descrizione correlata, o ancora una canzone di protesta.Testimonianze di canti di lavoro sono più o meno antiche come i documenti storici, e l'evidenza antropologica suggerisce che ogni società tenda ad avere un proprio repertorio. Molti studiosi moderni di canti di lavoro, hanno incluso nel termine sia le canzoni cantante durante il lavoro che quelle che lo riguardano, poiché le due categorie sono considerate interconnesse.

lunedì 5 novembre 2012

GOSPEL

Il termine musica Gospel può riferirsi sia (strettamente) alla musica religiosa che emerse nelle chiese afroamericane negli anni 30 sia alla musica religiosa composta e suonata da artisti, di qualunque etnia del sud degli States. La separazione tra i due stili, infatti, non fu mai assoluta: entrambi nascono dalla tradizione degli inni metodisti. Tuttavia, anche se alcuni brani di una scuola sono mutuati dall'altra, la netta divisione tra America nera e America bianca e tra chiesa nera e chiesa bianca, tenne le due correnti divise. Anche se queste divisioni si sono leggermente allentate nei precedenti 50 anni, le due tradizioni restano tuttora distinte. In entrambe le tradizioni alcuni artisti, come Mahalia Jackson, si limitano ad apparire in contesti puramente religiosi (Gospel in inglese significa Vangelo), mentre altri, come il Golden Gate Quartet o Clara Ward, cantano anche nei night club. La maggior parte degli artisti, come i Jordanaires, Al Green e Solomon Burke tende a suonare in entrambi i contesti. È frequente che includano un pezzo religioso in una performance secolare, sebbene non succeda quasi mai il contrario.

LO SCHIAVISMO


Lo schiavismo è quel sistema sociale ed economico basato sulla schiavitù, e quindi dell'imposizione di diritti di proprietà sulla persona. Secondo definizione dell'ONU, la schiavitù è

« lo stato o la condizione di un individuo sul quale si esercitano gli attributi del diritto di proprietà o taluni di essi, e lo «schiavo» è l’individuo che ha tale stato o condizione »

(Nazioni Unite, Convenzione supplementare sull'abolizione della schiavitù, del commercio di schiavi e delle istituzioni e pratiche analoghe alla schiavitù)
Storicamente il proprietario di uno schiavo aveva diritto di vita e di morte su di esso e sulla sua famiglia, e aveva diritto a sfruttarne il lavoro senza fornire nessun compenso; spesso il costo per il lavoro degli schiavi era limitato al necessario per la loro sopravvivenza. Uno schiavo poteva nascere in questa condizione, se figlio di schiavi, oppure poteva perdere la libertà in determinate situazioni, le più comuni delle quali erano la cattura in guerra o la schiavitù per debiti, per cui un debitore, se non era in grado di rimborsare il proprio creditore, diventava egli stesso una sua proprietà.
La definizione dello schiavismo comporta innumerevoli problemi: infatti esistono le più svariate forme di transizione tra rapporti di semplice sfruttamento e rapporti di schiavitù vera e propria (un caso classico di forma di transizione, assai diffuso del Medioevo, era ad esempio la servitù della gleba). La complessità del problema rende perciò arduo valutare statisticamente il fenomeno nelle varie società (tra cui quella attuale). Tra le varie e numerose forme di schiavismo moderno, particolarmente vergognosa è la piaga della schiavitù di bambini reclutati a scopi militari, o di soddisfacimento sessuale, o per i lavori forzati nell'agricoltura.
In quanto segue, si ripercorrono alcune tappe storiche del fenomeno, cominciando dall'antichità classica. Secondo la maggior parte delle fonti, il termine schiavo deriva dal termine "slavo", in quanto nel medioevo il commercio di schiavi si riforniva soprattutto nell'Europa orientale.[2] (l'etimo è tuttavia contestato). Questo è vero soprattutto nella lingua inglese, dove sia per schiavo che per slavo si usa la stessa parola (slave).

BLUES


Il blues è una forma musicale vocale e strumentale la cui forma originale è caratterizzata da una struttura ripetitiva di dodici battute e dall'uso, nella melodia, delle cosiddette blue note.
Le radici del blues sono da ricercare tra i canti delle comunità di schiavi afroamericani nelle piantagioni degli stati meridionali degli Stati Uniti d'America (la cosiddetta Cotton Belt). La struttura antifonale (di chiamata e risposta) e l'uso delle blue note (un intervallo di quinta diminuita che l'armonia classica considera dissonante e che in Italia valse al blues il nomignolo di musica stonata) apparentano il blues alle forme musicali dell'Africa occidentale.
Molti degli stili della musica popolare moderna derivano o sono stati fortemente influenzati dal blues.
Sebbene ragtime e spiritual non abbiano la stessa origine del blues, questi tre stili musicali afroamericani si sono fortemente influenzati tra loro.

martedì 23 ottobre 2012

LA MUSICA ROMANTICA


La musica del romanticismo è la musica composta secondo i principi dell'estetica romantica. In senso stretto abbraccia un arco di tempo che va dal 1820 al 1880 circa.
In questo periodo il linguaggio musicale subisce una rapida evoluzione. Il musicista romantico muta infatti la sua posizione sociale: da un dipendente al servizio di chiese o corti diventa un libero professionista. Per il musicista romantico la ricerca della libertà professionale significò la possibilità di esprimere i propri sentimenti e le proprie passioni senza dover obbedire alle rigide, aride regole formali del classicismo.

LA CULTURA ROMANTICA


Romanticismo è stato un movimento artistico, musicale, culturale e letterario sviluppatosi in Germania (Romantik) preannunciato in alcuni dei suoi temi dal movimento preromantico dello Sturm und Drang, al termine del XVIII secolo e poi diffusosi in tutta Europa nel secolo seguente.Il termine "Romanticismo" viene dall’inglese romantic che nella metà del XVII secolo usava questo termine riferendolo a ciò che rappresentava non la realtà ma quello che veniva descritto in termini "romanzeschi" in certa letteratura come quella dei romanzi cavallereschi. Accanto a questo primo significato si sviluppò e alla fine prevalse nel XVIII secolo quello di "pittoresco" riferito non solo a ciò che veniva artisticamente raffigurato ma soprattutto al sentimento che ne veniva suscitato.

lunedì 22 ottobre 2012

IL SALOTTO BORGHESE


Il salotto borghese
Nell' Ottocento la casa borghese ha il suo centro nel salotto, lo spazio dove si svolge la vita sociale e si accolgono gli invitati. Qui si trovano i mobili più prestigiosi e la famiglia mettte in mostra i suoi preziosi servizi d'argento. Le signore della buona società ricevono gli ospiti in un pomeriggio fisso della settimana, conversando di politica e cultura. Il salotto borghese è diverso da quelli  delle corti del  settecento in cui la nobiltà ospitava un pubblico raffinato; nei salotti delle case ottocentesche sono presenti i nuovi borghesi insieme ai  letterati. Questo è il luogo in cui nasce e si diffonde la musica romantica . Le trasformazioni economiche e sociali che caratterizzano la fine del '700 e l'inizio dell'Ottocento modificano i modi con cui ora si fa la musica. Il pianoforte diventa lo strumento principale del nuovo secolo. Il pianoforte possiede tutti i requisiti per esprimere la sensibilità romantica: una grande sonorità, la possibilità di porre in primo piano la melodia.

mercoledì 10 ottobre 2012

LA DROGA : I TIPI


Nella tabella che segue, si riportano, unitamente alla classificazione, tipologia e all’origine, gli effetti correlati ad alcune ( le più importanti ) tipi di droga:
classificazione
droghe
origine
effetti
sedative – antidepressive
morfina
Naturale: derivata dall’oppio, sostanza liquida ricavata dal papaver somniferum
ricavata  dalla morfina
la morfina viene usata in medicina per curre  forme  gravi  di  dolori      ( infarto cardiaco – forme tumorali). Tra i principali effetti negativi si segnalano:
psichici: appiattimento affettivo; fragilità dell’umore; depressione; grave danno nelle relazioni con gli altri-
fisici: morte per arresto respiratorio (overdose); infezioni varie ( AIDS, epatite, tubercolosi, tetano); trombosi e flebiti

LA DROGA : INTRODUZIONE


La droga, il cui uso risulta purtroppo sempre maggiore, soprattutto fra i giovani, è certamente, fra i tanti, uno dei maggiori  pericoli che attentano alla integrità psico-fisica dell’uomo. In considerazione della sua azione distruttiva del sistema nervoso,  essa  rappresenta un vero e proprio   drammatico attentato alla vita.
La droga infatti, esercita una azione distruttiva sia sull’organismo e sia sul sistema nervoso. Di quest’ultimo, in particolare, agendo  direttamente sui neuro-trasmettitori, altera la trasmissione degli impulsi nervosi determinando gravissime conseguenze quali: perdita della capacità di reagire agli stimoli, incapacità di valutare e controllare le proprie azioni, sdoppiamento della personalità, alterazioni mentali, distorta percezione dello spazio e del tempo e alterazione di tutte le funzioni fondamentali. Sull’organismo, la  droga è in grado di arrecare danni irreversibili a diversi e molteplici organi ed è, in taluni casi, causa di tumori o patologie similari.
Sotto il profilo medico scientifico, con il termine “droga” o “stupefacente” si indicano tutte   quelle sostanze psicoattive, naturali e artificiali, che hanno un effetto sul sistema nervoso e alterano l’equilibrio psico-fisico dell’organismo.
Esistono moltissime sostanze di questo tipo, alcune sono usate liberamente, senza alcun controllo da parte delle autorità sanitarie o giudiziarie,  come la nicotina, contenuta nel tabacco, l’alcool e la caffeina. Altre sono incluse in speciali tabelle e possono essere usate a scopo curativo sotto stretto controllo medico, come gli psicofarmaci. Quando si parla di consumo di droga, in realtà, ci si riferisce, solitamente, all’abuso, cioè ad un uso voluttuario e non terapeutico  delle sostanze psicoattive. Queste sostanze, come molti altri farmaci, se vengono usate più volte e per un periodo di tempo più o meno lungo, producono tolleranza ed assuefazione. Così, per ottenere lo stesso effetto provato la prima volta occorre assumere dosi sempre più abbondanti. Per questo motivo, si assumono droghe in quantità crescenti e sempre più spesso, fino a superare una soglia oltre la quale non si è più in grado di vivere senza la sostanza: è la dipendenza. Schematicamente, si distinguono due tipi di dipendenza: dipendenza fisica e dipendenza psichica anche se, i sintomi dell’una e dell’altra s’intrecciano in un quadro d’insieme e di penosa malattia.
Per dipendenza fisica s’intende l’incapacità dell’organismo a funzionare senza una sostanza esterna alla quale si è adattato modificandosi. La dipendenza psichica, molto più subdola e insidiosa, che resta anche quando il fisico è stato disintossicato, si manifesta attraverso  il desiderio spasmodico della droga o  la convinzione di non poter andare avanti senza di essa
In base al loro principale effetto, le droghe si possono suddividere in sedative – antidolorifiche – eccitanti o stimolanti - allucinogene.

ISLAM CONTRO OCCIDENTE


Le autorità libiche hanno arrestato una cinquantina di persone, accusate di essere coinvolte nell'assalto al consolato statunitense a Bengasi, dove è morto l'ambasciatore americano Christopher Stevens e altri tre funzionari. Lo ha annunciato il presidente del Parlamento libico, Mohammed al-Megaryef, in un'intervista alla Cbs. Al-Megaryef ha detto che un piccolo gruppo proviene dal Mali e dall'Algeria. Intanto gli Usa hanno ordinato l'evacuazione delle ambasciate. Il segretario alla Difesa americano, Leon Panetta: «Siamo pronti a reagire».

Al Magarief. «Non c'è dubbio che l'attacco di Bengasi sia stato pianificato da stranieri entrati nel paese qualche mese fa», ha osservato al Magarief. Secondo il presidente del Parlamento libico, l'Fbi dovrebbe stare fuori dal paese «per un pò di tempo. Faremo quello che dobbiamo fare per conto nostro. Qualsiasi azione affrettata non sarebbe la benvenuta».

lunedì 8 ottobre 2012

L' ITALIANA IN ALGERI : INTRODUZIONE

.L'Italiana in Algeri è un'opera lirica di Gioachino Rossini. Théodore Chassériau Harem (1856) Il libretto di Angelo Anelli, un dramma giocoso in due atti, appartiene al genere dell'opera buffa ed era stato scritto per la musica di Luigi Mosca, autore pure lui di un'opera omonima rappresentata per la prima volta nel 1808. Com'era abbastanza d'uso allora, Rossini riprese lo stesso libretto (con alcuni cambiamenti affidati a Gaetano Rossi) e scrisse la sua opera con lo stesso titolo. Il melodramma venne rappresentato per la prima volta al Teatro San Benedetto di Venezia ed ebbe subito un ottimo successo, anche grazie alla compagnia di canto comprendente Marietta Marcolini e Filippo Galli. Ancora oggi, insieme a Il barbiere di Siviglia e al Guglielmo Tell, è una delle opere di Rossini più rappresentata nei repertori di tutti i teatri lirici. La commedia si ispira ad un fatto di cronaca realmente accaduto: la vicenda di Antonietta Frapolli, signora milanese rapita dai corsari nel 1805, portata nell'harem del Bey di Algeri Mustafà-ibn-Ibrahim e poi ritornata in Italia. Pare che l'allora ventunenne Rossini abbia composto l'opera in soli 18 giorni. Per la perfetta commistione fra sentimentale, buffo e serio, l'opera è stata definita da Stendhal come "la perfezione del genere buffo"

martedì 2 ottobre 2012

TEATRO ALLA SCALA DI MILANO


La Scala
 
è una fama mondiale teatro d'opera a Milano , Italia. Il teatro fu inaugurato il 3 agosto 1778 e fu originariamente conosciuto come il New Royal-Ducal Teatro alla Scala ( Nuovo Regio Ducale Teatro alla Scala ). La prima esecuzione fu Antonio Salieri 's Europa riconosciuta . La maggior parte dei più grandi artisti italiani d'opera, e molti dei migliori cantanti provenienti da tutto il mondo, sono apparsi alla Scala nel corso degli ultimi 200 anni. Oggi, il teatro è ancora riconosciuto come uno dei principali dell'opera e teatri di balletto del mondo ed è sede del Teatro alla Scala Chorus, Teatro alla Scala Balletto e Orchestra del Teatro alla Scala. Il teatro ha anche una scuola di socio, noto come il Teatro alla Scala Academy (italiano: Accademia Teatro alla Scala ), che offre una formazione professionale in musica, danza, artigianato palco e direzione artistica.

lunedì 1 ottobre 2012

GLOSSARIO

Il teatro= è un insieme di differenti discipline, che si uniscono e concretizzano nell'esecuzione di un evento spettacolare dal vivo



 Melodramma =è sinonimo di opera ,il termine è talvolta utilizzato anche per indicare il libretto di un'opera (ad esempio, ci si riferisce comunemente ai libretti di Pietro Metastasio usando la parola "melodrammi"), interpretando l'etimologia come dramma per canto anziché come abbinamento di canto e azione

    
Palco= è l'elemento della scena sopra cui si svolge l'azione teatrale. In genere costituito di tavole di legno, all'interno di un edificio teatrale. Il palcoscenico nasce con la costruzione degli antichi teatri romani. Precedentemente nel teatro greco gli attori recitavano nell'orchestra (lo spazio semicircolare circondato dalle gradinate).
 L'aristocrazia è una forma di governo nella quale poche persone (che secondo l'etimologia greca del termine dovrebbero essere i "migliori") controllano interamente lo Stato. Secondo il pensiero aristotelico è una delle tre forme sane di governo, assieme a monarchia e politeia, mentre l'oligarchia è la sua forma degenerata. Questa classe sociale fu introdotta per la prima volta nella civiltà greca. È stata, assieme alla monarchia, tra le forme di governo più diffuse in Europa negli ultimi secoli, generalmente sotto forma di monarchie costituzionali, nelle quali il potere del sovrano è controllato da un parlamento composto da soli nobili. Relativamente alla situazione degli ultimi secoli, il termine indica a volte gli appartenenti alla classe sociale che può controllare lo stato, e dunque è usato in modo errato per indicare la nobiltà.

 La borghesia =è una delle classi sociali nelle quali viene tipicamente suddivisa la società capitalista (colui che possiede un capitale), secondo alcune scuole di pensiero economiche occidentali, in particolare il Marxismo. Il termine deriva da borgo, ossia dalle parti costituenti delle città medioevali, e di cui è rimasta ancora oggi traccia nella toponomastica di alcune città, come nel caso dei fiorentini Borgo San Frediano e Borgo San Jacopo. Un borghese era quindi una persona che aveva una casa nel centro di un villaggio anziché nel castello, e praticava un libero mestiere, che poteva spaziare dall'artigianato al commercio, dalla medicina all'arte. Inoltre, non essendo nobile, era escluso, almeno in origine, dalla possibilità di portare le armi e una derivazione di questa norma è rintracciabile nel gergo militare che definisce borghese colui che non veste la divisa. È da sottolineare che una grande parte di quei mestieri considerati tipicamente borghesi, erano già presenti nella struttura socio-economica dell'impero romano e delle città-stato greche.

 Il palco reale = è un particolare tipo di palchetto presente in quei teatri costruiti secondo la logica del teatro all'italiana, una particolare consuetudine nell'architettura teatrale occidentale che imponeva la divisione dello spazio per gli spettatori in palchi. Posto frontalmente al palcoscenico, è di norma situato sopra il primo ordine di palchi e, essendo di ampiezza ed altezza maggiore rispetto ai normali palchetti, solitamente si sviluppa verticalmente fino a coprire l'altezza di due o più ordini. L'aggettivo "reale" indica la sua funzione: essendo la struttura del teatro all'italiana pensata per rispecchiare l'ordine sociale che utilizzava il teatro come salotto, il palco reale accoglieva il monarca e i componenti della famiglia reale quando questi presenziavano alle rappresentazioni. Non era comunque l'unico posto ove i regnanti potevano sedere a teatro: spesso la barcaccia o i palchi di proscenio, posti in prossimità del palcoscenico, permetteva una migliore visibilità. Moderno riutilizzo di un palco reale, con trasformazione dello stesso in galleria per il pubblico (Teatro di Meiningen) Finemente decorati e stuccati, i palchi reali portavano lo stemma della casata regnante a completamento dell'arcata che li incorniciava: spesso, un drappo appeso al reggipetto ne ripeteva il blasone.
Con la progressiva trasformazione degli stati da monarchie a repubbliche, l'usanza di costruire teatri all'italiana cessò completamente: gli unici esempi di palchi reali a noi giunti sono quelli dei teatri antichi ancora funzionanti. Inoltre, la presenza dei palchi reali vi è solo nelle strutture di una certa grandezza. Oggigiorno, dove il palco reale non è conservato nella sua originaria struttura, è possibile che le alte cariche dello Stato prendano posto in tale luogo per presenziare ad eventi culturali.

 Il foyer= è il locale, adiacente ad una sala teatrale o cinematografica, dove gli spettatori hanno la possibilità di intrattenersi prima e dopo lo spettacolo e durante le pause. In italiano lo stesso luogo si può indicare anche col termine ridotto.

 La platea = si trova generalmente nei teatri o nei cinema ed è la superficie della sala antistante il palcoscenico, dove sono disposte le poltrone per il pubblico. È frequentemente contrapposta alla galleria o ai palchi






il lampadario=

lunedì 24 settembre 2012

RICHARD WAGNER

File:RichardWagner.jpgWilhelm Richard Wagner (Lipsia, 22 maggio 1813 – Venezia, 13 febbraio 1883) è stato un compositore, librettista, direttore d'orchestra e saggista tedesco. Firma di Wagner Citato a volte nei testi in lingua italiana[1] come Riccardo Wagner[2], è riconosciuto come uno dei più importanti musicisti di ogni epoca, nonché del romanticismo. Wagner è principalmente noto per la riforma del teatro musicale. Diversamente dalla maggioranza degli altri compositori di opera lirica, Wagner scrisse sempre da sé il libretto e lasceneggiatura per i suoi lavori.[3] Le composizioni di Wagner, in particolare quelle del suo ultimo periodo, sono rilevanti per la loro tessitura contrappuntistica, il ricco cromatismo, le armonie, l'orchestrazione e per l'uso della tecnica del leitmotiv: temi musicali associati a persone, luoghi o sentimenti.[4] Wagner inoltre fu il principale precursore del linguaggio musicale moderno: l'esasperato cromatismo del Tristano avrà infatti un effetto fondamentale nello sviluppo della musica classica.[5] Egli trasformò il pensiero musicale attraverso la sua idea di Gesamtkunstwerk (opera totale), sintesi delle arti poetiche, visuali, musicali e drammatiche. Questo concetto trova la sua realizzazione nel Festspielhaus di Bayreuth, il teatro da lui costruito appositamente per la rappresentazione dei suoi drammi, dove tuttora si svolge il Festival di Bayreuth, dedicato completamente al compositore di Lipsia.[6] La sua arte rivoluzionaria, su cui sono presenti, dal punto di vista dei libretti, influenze della tradizione della mitologia norrena, germanica e dei poemi cavallereschi, nonché quelle della filosofia di Arthur Schopenhauer, e dal punto di vista musicale influssi dell'intera storia della musica classica, scatenò reazioni contrastanti nel mondo artistico e divise critici e appassionati in "wagneriani" e "antiwagneriani": fu anche per questo che il compositore conobbe il successo solo negli ultimi anni della sua vita.[7] Secondo Friedrich Nietzsche, che gli fu amico per un breve periodo, prima della sua rottura ideologica con il compositore, la musica delle opere migliori di Wagner, secondo il suo giudizio quelle della tetralogia L'anello del Nibelungo, il Tannhäuser e il Tristano e Isotta, rappresenta in pieno il massimo esempio dello spirito dionisiaco nella storia della musica stessa, cioè il suo aspetto istintuale, in contrapposizione a quella di Mozart, che raffigura lo spirito apollineo, ossia il raziocinio.[8]

GIUSEPPE VERDI


Giuseppe Verdi nacque nelle campagne della bassa parmense, a Roncole, frazione di Busseto, il 10 ottobre 1813 da Carlo, oste e rivenditore di generi alimentari, e Luigia Uttini, filatrice. Carlo proveniva da una famiglia di agricoltori piacentini (stesse origini della moglie) e, dopo aver messo da parte un po' di denaro, aveva aperto una modesta osteria nella casa di Roncole, la cui conduzione alternava al lavoro dei campi. L'atto di nascita fu redatto in francese, appartenendo in quegli anni Busseto e il suo territorio all'Impero francese creato da Napoleone.
Pur essendo un giovane di umile condizione sociale, riuscì tuttavia a seguire la propria vocazione di compositore grazie alla buona volontà e al desiderio di apprendere dimostrato. L'organista della chiesa di Roncole, Pietro Baistrocchi, lo prese a benvolere e gratuitamente lo indirizzò verso lo studio della musica e alla pratica dell'organo. Più tardi, Antonio Barezzi, un negoziante amante della musica e direttore della locale società filarmonica, convinto che la fiducia nel giovane non fosse mal riposta, divenne suo mecenate e protettore aiutandolo a proseguire gli studi intrapresi.

GIOACCHINO ROSSINI

File:Gioachino Rossini 2.jpg
A neanche vent'anni tre sue opere sono già state rappresentate e il numero, un anno dopo, salirà a dieci. L'esordio ufficiale sulle scene era avvenuto nel 1810 al Teatro San Moisè di
Venezia con La cambiale di matrimonio.

CLAUDIO MONTEVERDI




File:Claudio Monteverdi.jpg

Claudio (Giovanni Antonio) Monteverdi (Cremona, 26 maggio 1567 – Venezia, 29 novembre 1643) è stato un compositore italiano. Il suo lavoro di compositore segnò il passaggio dalla musica rinascimentale alla musica barocca. Fu uno dei principali innovatori che accompagnarono l'evoluzione del linguaggio musicale (su questo processo stilistico vedi anche Retorica musicale), insieme al "principe dei musici", Carlo Gesualdo. Monteverdi scrisse una delle prime opere teatrali in cui fosse sviluppabile una trama drammatica, ovvero un melodramma, L'Orfeo, ed ebbe la fortuna di godere del proprio successo mentre era ancora in vita.
 Biografia 
 Studiò con il maestro di cappella del Duomo di Cremona, Marc'Antonio Ingegneri, e già nel 1582, a soli quindici anni, pubblicò la raccolta vocale Sacrae Cantiunculae, a cui seguirono nel 1583 i Madrigali spirituali a 4 voci, nel 1584 le Canzonette a 3 voci libro I, i Madrigali a 5 voci libro I nel 1587 ed il II libro nel 1590. Mantova Claudio Monteverdi, opera di anonimo, 1597 circa Dal 1590 al 1592 Monteverdi operò alla corte di Mantova in qualità di "violista" (nell'accezione più ampia del termine, cioè di suonatore di strumento ad arco non meglio specificato: tuttavia, nel suo ritratto giovanile riprodotto in questa pagina imbraccia chiaramente una viola da gamba) e in quest'ultimo anno pubblicò il III libro de Madrigali

IL RECITATIVO

Il recitativo è una forma di composizione usata comunemente in melodrammi, oratori, cantate e opere, ma talvolta anche nei concerti, nella quale il cantante si esprime mediante uno stile che è stato definito come "recitar cantando". Storia e caratteristiche [modifica] Il recitativo si è sviluppato dalla monodia nel corso del XVII sec. Altre forme che hanno contribuito alla sua nascita sono state la salmodia e il madrigale. Nella musica barocca il recitativo era il luogo per eccellenza dedicato agli elementi narrativi e dialogici di una composizione articolata in più tempi. Considerazioni e sentimenti invece erano relegati nelle arie e nei pezzi chiusi. Per questo motivo soprattutto nel recitativo è importante la comprensione del testo conseguita principalmente con un accompagnamento semplice, effettuato da pochi strumenti e con caratteristiche musicali meno individualizzate che nelle arie. Il recitativo consiste essenzialmente di una diegesi, mentre le arie e i pezzi chiusi rivestono le funzioni della mimesi. Questa contrapposizione nacque in seguito alla rielaborazione di antiche idee platoniche e aristoteliche effettuata dai partecipanti alla Camerata dei Bardi a Firenze all'inizio del '600.

IL VIRTUOSO DI CANTO

Il virtuosismo è un atteggiamento musicale che si diffonde nella prima metà dell'Ottocento in seguito all'affermarsi della borghesia: quando l'aristocrazia cominciò a perdere importanza, i musicisti che avevano un lavoro fisso presso di loro diventarono liberi professionisti che, per avere successo, cercavano di stupire il pubblico con esecuzioni che richiedevano grandi doti tecniche. La personalità del "virtuoso" è riconoscibile fin dall'infanzia, grazie a una facilità di esecuzione fuori dal comune spesso associata a una spontanea vena creativa. Non a caso, contesti virtuosistici sono spesso avvicinati ad ambiti nei quali la componente improvvisativa ha un ruolo dominante, quali il canto lirico o il jazz. Il virtuoso nella storia [modifica] La pratica del virtuosismo ha innervato interi periodi della storia della musica: basti pensare al secolo d'oro della tradizione belcantistica italiana, passando per il concertismo pianistico di epoca Biedermeier, sino ad arrivare alle sfrenate jam-session jazzistiche dei primi decenni del XX secolo. Attualmente, nel panorama della musica popolare, i generi in cui maggiormente è rimasto in vita lo spirito del virtuosismo sono la fusion e alcune derivazioni del metal.File:Virtuoso Virtuosi Collage Montage.png

IL MELODRAMMA :LE RAGIONI DI UN SUCCESSO

Il melodramma è un genere di teatro dove i personaggi si esprimono con il canto e la musica. La musica non accompagna le parole, ma è la parte fondamentale della rappresentazione e da essa dipendono tutti gli altri elementi che formano lo spettacolo.
Breve storia:
Già nella tragedia greca la poesia si univa alla musica; così pure nel Medioevo, nelle scene di argomento religioso e profano, si utilizzano accompagnamenti musicali.
Nel XV sec a Firenze, un gruppo di studiosi, la cosiddetta Camerata Fiorentina, era solito riunirsi nelle case dei nobili (in particolare a Palazzo Bardi da cui il nuovo nome “Camerata dei Bardi” ), per sperimentare semplici melodie ispirandosi al modello dell’antica musica greca.
Nacque così un tipo di musica a metà fra il canto e il recitato eseguita da un solista e accompagnata dalla melodia degli strumenti.
Questo nuovo stile fu applicato a due opere teatrali del poeta Rinuccini(1550-1620); tuttavia il vero e primo grande autore di opere liriche fu Claudio Monteverdi il quale determinò definitivamente il principio fondante del melodramma e cioè che la musica è privilegiata o almeno ha pari dignità delle parole.
All'affermazione di questo nuovo genere contribuì fortemente la costruzione dei primi teatri lirici, costruiti con accorgimenti del tutto nuovi soprattutto in termini acustici.
XVIII - XIX sec
Il melodramma trionfò e si diffuse rapidamente potendo contare su grandi compositori:
in Germania su Mozart e più tardi su Wagner;
in Italia ci fu l'affermazione di grandi nomi della lirica tra cui ricordiamo in particolare:
  • Rossini
  • Bellini
  • Donizetti
  • Verdi
  • Puccini

IL TEATRO

Il teatro europeo all'inizio dell'Ottocento fu dominato dal dramma romantico. Gli ideali romantici vennero esaltati in modo particolare in Germania. Nel romanticismo si situano Johann Wolfgang von Goethe e Friedrich Schiller, che videro nell'arte la via migliore per ridare dignità all'uomo. Degli ideali romantici e neoclassici si nutrirono molte tragedie di soggetto storico o mitologico. Al romanticismo teatrale fecero riferimento anche gli autori italiani come Alessandro Manzoni con tragedie come l'Adelchi e Il Conte di Carmagnola, oltre a Silvio Pellico con la tragedia Francesca da Rimini , ambientazioni analoghe tornarono anche nel melodramma. Molto importante fu anche il teatro romantico inglese fra i maggiori rappresentanti ci furono Percy Bysshe Shelley, John Keats e Lord Byron. Ma è anche il secolo degli anticonformisti sia a livello artistico sia nella giustizia sociale, ben rappresentati dal society drama portato in scena da Oscar Wilde e degli innovatori come Georg Büchner che precorsero il dramma novecentesco. In Inghilterra, in Francia ed in Italia, in concomitanza con la nascita del naturalismo e del verismo (perenne ricerca della realtà in maniera oggettiva), intorno alla metà del secolo le grandi tragedie cedettero il posto al dramma borghese, caratterizzato da temi domestici, intreccio ben costruito e abile uso degli espedienti drammatici. Il maggiore esponente del teatro naturalista fu Victor Hugo e del teatro verista Giovanni Verga, nell'America Latina Florencio Sánchez seguì la loro scuola e si mise in evidenza.

mercoledì 30 maggio 2012

IL MADRIGALE

Il madrigale è un componimento lirico, una composizione musicale, in maggior parte per gruppi di 3-6 voci, originata in Italia, e diffusa in particolare tra Rinascimento e Barocco. L'origine della parola è a tutt'oggi discussa: se ne ipotizza l'etimologia dal latino volgare mandria-mandrialis in riferimento al contenuto rustico e pastorale; da matrix-matricalis, "di lingua materna, dialettale" o, nell'accezione proposta da Bruno Migliorini, "alla buona"; dal Provenzale mandra gal, "canto pastorale" o ancora dallo spagnolo mandrugada, "canto dell’alba"; dal latino "materialis" opposto a "spiritualis" ovvero "cose materiali o grosse". Altri attribuiscono l'origine del nome Madrigale al termine materialis, ovvero di argomento profano, contrapponendosi a spiritualis. Tutte queste saranno caratteristiche del madrigale musicale del '300. La forma originale del madrigale, assai praticata nel secolo XIV, era costituita da una successione di endecasillabi, di numero variabile da sei a quattordici, ripartiti in brevi strofette con vari incontri di rime e comunque sempre con una rima baciata finale.

LA DIVINA COMMEDIA

La Commedia o Divina Commedia (originariamente Comedìa; l'aggettivo Divina, attribuito da Boccaccio, si ritrova solo a partire dalle edizioni a stampa del 1555 a cura di Ludovico Dolce) è un poema di Dante Alighieri, scritto in terzine incatenate di versi endecasillabi, inlingua volgare fiorentina. Composta secondo i critici tra il 1304 e il 1321,[1] la Commedia è l'opera più celebre di Dante, nonché una delle più importanti testimonianze della civiltà medievale; conosciuta e studiata in tutto il mondo, è ritenuta il più grande capolavoro dellaletteratura di tutti i tempi.[2] Il poema è diviso in tre parti, chiamate cantiche (Inferno, Purgatorio e Paradiso), ognuna delle quali composta da 33 canti (tranne l'Inferno, che contiene un ulteriore canto proemiale). Il poeta narra di un viaggio attraverso i tre regni ultraterreni che lo condurrà fino alla visione della Trinità. La sua rappresentazione immaginaria e allegorica dell'oltretombacristiano è un culmine della visione medioevale del mondo sviluppatasi nella Chiesa cattolica. L'opera ebbe subito uno straordinario successo, e contribuì in maniera determinante al processo di consolidamento del dialetto toscano come lingua italiana. Il testo, del quale non si possiede l'autografo, fu infatti copiato sin dai primissimi anni della sua diffusione, e fino all'avvento della stampa, in un ampio numero di manoscritti. Parallelamente si diffuse la pratica della chiosa e del commento al testo, dando vita a una tradizione di letture e di studi danteschi mai interrotta; si parla così di secolare commento. La vastità delle testimonianze manoscritte della Commedia ha comportato una oggettiva difficoltà nella definizione deltesto critico. Oggi si dispone di un'edizione di riferimento realizzata da Giorgio Petrocchi[3]. Più di recente due diverse edizioni critiche sono state curate da Antonio Lanza[4] e Federico Sanguineti[5]. La Commedia, pur proseguendo molti dei modi caratteristici della letteratura e dello stile medievali (ispirazione religiosa, fine morale, linguaggio e stile basati sulla percezione visiva e immediata delle cose), è profondamente innovativa, poiché, come è stato rilevato in particolare negli studi di Erich Auerbach, tende a una rappresentazione ampia e drammatica della realtà. È una delle letture obbligate del sistema scolastico italiano. Curioso notare come tutte le tre cantiche terminino con la parola "stelle". ("E quindi uscimmo a riveder le stelle" - Inferno; "Puro e disposto a salir a le stelle" - Purgatorio e "L'amor che move il sole e le altre stelle" - Paradiso).

LA CORTE

Un palazzo rinascimentale con sale affrescate era simbolo di ricchezza e potere , si fa una gara a chi ha la  reggia più bella , nella corte dove risiede il principe i pittori e  i poeti sfruttano la loro fantasia ,durante i banchetti i gruppi vocali e strumentali accompagnano la festa , nelle feste  ci sono : il liuto, l' organo portativo, clavicembalo, spinetta il violino e la viola che alleggeriscono i banchetti 

venerdì 25 maggio 2012

PALESTRINA






Giovanni Pierluigi da Palestrina è stato un compositore italiano del Rinascimento. Giovanni Pierluigi, noto anche come Giovanni Petraloysio, nacque presumibilmente a Palestrina, l'antica Praeneste nei pressi di Roma. L'anno di nascita del compositore, uno dei massimi protagonisti dell'arte musicale del Rinascimento europeo, è stato proposto principalmente sulla base di un elogio che scrisse un giovane contemporaneo, Melchiorre Major, in cui affermò che al momento della morte Palestrina aveva 68 anni. Palestrina svolse quasi tutta la sua attività musicale a Roma. Un documento del 1537 riporta il nome di «Joannem da Palestrina» tra i putti cantori della basilica di Santa Maria Maggiore, dove probabilmente studiò con i maestri allora in carica, un certo Robert e i francesi Robin Mallapert e Firmin Lebel. Ebbe il suo primo incarico come organista della cattedrale di S. Agapito a Palestrina nel 1544; gli obblighi di questo suo primo contratto gli imponevano anche di insegnare il canto ai canonici e ai bambini cantori. Il 12 giugno 1547 si sposò con Lucrezia Gori, da cui avrà i figli Rodolfo (1549–1572), Angelo (1551–1575) e Iginio (1558–1610). Nel 1551 fu nominato magister cantorum in Cappella Giulia, succedendo a Mallapert, e dal 1553 magister cappellae. Nel 1554 Palestrina pubblicò il suo primo libro di messe, dedicato al papa Giulio III e il 13 gennaio 1555 fu ammesso dal pontefice tra i cantori della cappella papale, senza chiedere il consenso ai cantori stessi, che al contrario erano particolarmente gelosi del loro privilegio. Infatti, morto Giulio III pochi mesi dopo, e conclusosi il regno brevissimo del suo successore, Marcello Cervini, a settembre del 1555 il nuovo papa Paolo IV costrinse alle dimissioni tutti i cantori sposati, tra cui Palestrina, concedendo però loro una pensione. Il mese successivo Palestrina fu assunto come maestro di cappella a San Giovanni in Laterano; lascerà quel posto nel 1560, portando via con sé anche il figlio Rodolfo che era cantorino del coro. Dal marzo 1561, trovò un nuovo impiego presso la Basilica di Santa Maria Maggiore. Risale forse a questo periodo la composizione della famosa Missa Papae Marcelli, la cui importanza è legata alle riforme del Concilio di Trento. Palestrina divenne intanto maestro del nuovo Seminario Romano nel 1566, riuscendo nel contempo a prestare servizio anche per il Cardinale Ippolito II d’Este (1 agosto 1567 - marzo 1571). La sua fama di compositore, già largamente attestata dai contemporanei, gli procurò offerte di lavoro dall'aristocrazia sia italiana che straniera, alcune delle quali rifiutate; il duca Guglielmo Gonzaga fu tra i più grandi ammiratori e finanziatori di Palestrina, almeno dal 1568 sino 1587, anno in cui il duca morì. Nell'aprile del 1571, alla morte di Giovanni Animuccia, tornò come maestro in Cappella Giulia, mantenendo quel posto sino alla morte. Nel 1580 morì la moglie Lucrezia; Palestrina inizialmente chiese e ottenne di prendere la tonsura, ma pochi mesi dopo sposò invece una ricca vedova romana, Virginia Dormoli. Giovanni Pierluigi da Palestrina morì il 2 febbraio 1594 e venne inumato nella Basilica di San Pietro; ai suoi solenni funerali parteciparono anche molti famosi musicisti del tempo.

LEONINUS E PEROTINUS

Compaiono i primi nomi di musicisti. I primi due musicisti menzionati nella storia della musica europea sono: Magister Leoninus e Magister Perotinus (quest’ultimo chiamato anche optimus discantor, perché componeva soprattutto clausolae in stile di discanto che piacevano molto). Il primo scrisse il Magnus Liber organi, che contiene un ciclo di graduali, responsi e alleluja a due voci per l'intero anno liturgico. Il secondo aggiunse una terza voce alle opere di Leonino. Questi compositori compongono negli stili di organum e di discanto.

LA SCUOLA

Nella storia della musica, la Scuola romana fu costituita da un gruppo di compositori, quasi tutti di musica sacra, attivi a Roma fra il XVI e il XVII secolo, spaziando dal tardo rinascimento al primo barocco. Il termine si riferisce anche alla loro produzione musicale. Molti di questi compositori erano legati con la Santa Sede e con la Cappella musicale pontificia anche se lavoravano per diverse chiese di Roma. Il loro stile era diverso da quello della Scuola veneziana le cui musiche erano più innovatrici. Il più famoso compositore della scuola romana fu Giovanni Pierluigi da Palestrina il cui nome venne associato, per oltre quattro secoli, con la più pura perfezione polifonica. In ogni caso operavano in quel periodo altri compositori che scrivevano musica in diverse varietà di stili e forme.

LA BASILICA

La processione della reliquia del santo patrono in piazza San Marco è uno degli eventi più importanti e solenni della vita di Venezia . Tutti i cittadini vi partecipano . festeggiamenti religiosi e profani si alternano , occupando l' intero arco della giornata. 
Il 500 è il periodo della massima espansione di Venezia che controlla ora tutti i traffici con l' Oriente . Un secolo luminoso nella vita della Repubblica , testimoniato da una straordinaria fioritura artistica.
Le arti e fra esse la musica hanno il compito di rappresentare lo splendore del doge, del governo che egli impersona e dell' intera città.
Presso San Marco è attiva un' importante cappella musicale : 2 organisti, 30cantori rinomati per la loro bravura e l' insieme degli archi e 2 fiati dove si aggiungono , nelle occasioni importanti i suonatori di tamburo e i famosi pifferi del doge.
Dentro San Marco esistono due organi, uno di fronte all' altro , presso i quali si sistemano i due cori: l' effetto stereofonico che ne risulta è tale da impressionare per la grandiosità e l' imponenza.
Il maestro della cappella di San Marco ha il compito di partecipare a tutte le cerimonie , civili e religiose,  e di comporre musica sacra e profana. Una musica che rispecchia il fasto e la gioia di vivere della Repubblica veneta.

giovedì 24 maggio 2012

ROMA E VENEZIA NEL "500"



 La basilica di San Pietro(nome esatto completo Papale Arcibasilica Patriarcale Maggiore Arcipretale di S. Pietro in Vaticano) è una basilica cattolica della Città del Vaticano, cui fa da coronamento la monumentale Piazza San Pietro. È la più grande delle basiliche papali di Roma[1], spesso descritta come la più grande chiesa del mondo[2] e centro del cattolicesimo. Non è tuttavia la chiesa cattedrale della diocesi romana poiché tale titolo spetta alla basilica di San Giovanni in Laterano che è anche la prima per dignità essendo Madre e Capo di tutte le Chiese dell'Urbe e del Mondo. In quanto Cappella Pontificia, posta in adiacenza del Palazzo Apostolico, la basilica di San Pietro è la sede delle principali manifestazioni del culto cattolico ed è perciò in solenne funzione in occasione delle celebrazioni papali, ad esempio per il Natale, la Pasqua, i riti della Settimana Santa, la proclamazione dei nuovi papi e le esequie di quelli defunti, l'apertura e la chiusura dei giubilei e le canonizzazioni dei nuovi Santi. Sotto il pontificato di Pio IX ospitò le sedute del Concilio Vaticano I e sotto papa Giovanni XXIII e Paolo VI quelle del Concilio Vaticano II.
 La basilica di San Marco a Venezia è la chiesa principale della città, cattedrale della città e sede del Patriarca. È uno dei principali monumenti di piazza San Marco, che da essa prende il nome. Sino alla caduta della Repubblica Serenissima è stata la chiesa palatina dell'attiguo palazzo Ducale, retta a prelatura territoriale sotto la guida di un primicerio nominato direttamente dal doge. Ha assunto il titolo di cattedrale a partire dal 1807, quando fu qui trasferito dall'antica cattedrale di San Pietro di Castello.

TROVATORI E TROVIERI

Troviero, in francese trouvère (pronuncia francese: tʁuvɛʁ), talvolta scritto trouveur (pronuncia francese: tʁuvœʁ), è la forma francese (lingua d'oïl) equivalente del termine troubadour (così come viene pronunciato o scritto nella lingua d'oc). Esso si riferisce ai poeti-compositori, grosso modo contemporanei ai trovatori e da questi influenzati, ma che composero le loro opere nei dialetti della Francia settentrionale. La parola trouvère proviene dall'antico francese trovere, a sua volta dalla parola provenzale trobaire, che significa 'trovare o inventare (retoricamente)' [senza fonte]. I trovieri – tra i quali il primo di cui si abbia notizia, Chrétien de Troyes (fl. 1160/1170 - 1180/1190)[1] – continuano a prosperare fino al 1300. Di loro ci sono pervenuti circa 2130 componimenti, dei quali, almeno due terzi comprensivi di melodie. L'immagine popolare del trovatore o del troviero è quella del musico itinerante, liuto in spalla, che vagabonda di città in città. Tali personaggi sono esistiti, ma erano chiamati giullari e menestrelli — musici poveri, uomini e donne, ai margini della società. I trovatori e trovieri, invece, rappresentano i facitori di musica aristocratica,[2] poeti e compositori sostenuti e protetti dall'aristocrazia o, molto spesso, erano loro stessi aristocratici, per cui la creazione e l'esecuzione musicale era parte della tradizione cortese. Nel loro novero possiamo trovare re, regine e contesse. I testi di queste canzoni sono un riflesso naturale della società che li ha creati e spesso ruotano intorno alla trattazione idealizzata dell'amor cortese ("fine amors", vedi grand chant) e alla devozione religiosa, sebbene in molte di esse vi si può trovare una visione più schietta e terrena dell'amore. L'esecuzione di questo stile di musica è soggetto a congetture. Alcuni studiosi suggeriscono che sarebbe stata eseguita in uno stile ritmico libero e con un uso limitato di strumenti di accompagnamento (specialmente in quelle canzoni con un testo più elevato). Altri studiosi, così come molti esecutori, ritengono ugualmente valida l'ipotesi di un accompagnamento strumentale e di un'interpretazione più ritmica.

I MENESTRELLI


Il menestrello (dal provenzale menestrals, "servo di casa") era, in età feudale, l'artista di corte incaricato all'intrattenimento del castello. Svolgeva mansioni di musicistacantastoriepoeta ogiullare.
Fu una figura presente principalmente nella Francia e nell'Inghilterra medievale.
Era spesso ingaggiato per singoli spettacoli, in occasione di ricorrenze particolari ed eseguiva perlopiù brani già composti probabilmente da un trovatore.Come il bardo per le popolazioni celtiche, il menestrello poteva essere un cantore di gesta eroiche compiute dal proprio signore. In alcuni casi, si trattava di un semplice buffone con abilità di giocoleria e aveva il solo scopo di divertire il pubblico.
I menestrelli più abili erano in grado di comporre delle tenzoni di livello paragonabile alla poesia trobadorica.
Anche i comuni usavano assumere i menestrelli affinché cantassero la bellezza della città.
In altra epoca e luogo, dal 1840 circa, fino ai primi del XX secolo, lo spettacolo leggero americano fu dominato dai cosiddetti minstrel shows, spettacoli di menestrelli: spettacoli teatrali improvvisati su un canovaccio, e spesso accompagnati dalla musica. Con l'andare del tempo queste esibizioni, che non erano stabili ma erano spettacoli di strada, presero ad assumere delle caratteristiche standard, che fissavano l'abbigliamento del menestrello, ed i ruoli, caratterizzati, che egli interpretava. Tuttavia la chiesa non aveva un atteggiamento positivo nei loro confronti, e quindi, li condannava; inoltre, siccome i loro componimenti non venivano scritti, ma si tramandavano solo oralmente, a noi oggi non è pervenuto nulla. Si trovavano nel epica cavalleresca. Il menestrello era anche uno strumento sociale di grande valore. Infatti manteneva gli uomini a contatto con costumi ed ambienti diversi.

GUIDO D' AREZZO


Guido Monaco, conosciuto anche come Guido d'Arezzo o Guido Pomposiano (991 circa – 1050), è stato un monaco e teorico della musica italiano.

Biografia [modifica]


È stato un importantissimo teorico musicale ed è considerato l'ideatore della moderna notazione musicale, con la sistematica adozione del tetragramma, che sostituì la precedente notazione adiastematica. Il suo trattato musicale, il Micrologus, fu il testo di musica più distribuito del Medioevo, dopo i trattati diSeverino Boezio.
Nacque intorno al 991[2]. Il luogo della sua nascita è incerto: ArezzoFerraraPomposaTalla sono alcuni tra i centri che se ne contendono i natali. Tra il 1026 e il 1032Papa Giovanni XIX lo invitò a Roma affinché gli spiegasse la sua opera. Morì intorno al 1050.
Fu monaco benedettino e curò l'insegnamento della musica nell'Abbazia di Pomposa, sulla costa Adriatica vicino a Ferrara, dove notò la difficoltà che i monaci avevano ad apprendere e ricordare i canti della tradizione Gregoriana. Per risolvere questo problema, ideò e adottò un metodo d'insegnamento completamente nuovo, che lo rese presto famoso in tutta l'Italia settentrionale. L'ostilità e l'invidia degli altri monaci dell'abbazia gli suggerirono di trasferirsi ad Arezzo, città che, benché priva di un'abbazia, aveva una fiorente scuola di canto. Qui giunto, si pose sotto la protezione del vescovo Tedaldo, a cui dedicò il suo famoso trattato: il Micrologus.
Dal 1025, Guido fu insegnante di musica e canto nella Cattedrale, dove ebbe modo di proseguire gli studi intrapresi a Pomposa arrivando a codificare la moderna notazione musicale, che avrebbe rivoluzionato il modo di insegnare, comporre e tramandare la musica.
Per aiutare i cantori, Guido aveva usato le sillabe iniziali dei versi dell'inno a San Giovanni Battista di Paolo Diacono per denotare gli intervalli dell'esacordomusicale:
da cui derivarono i nomi delle note Ut-Re-Mi-Fa-Sol-La.

In questo modo Guido pose le basi del sistema teorico detto solmisazione (la prima forma di solfeggio). Il sistema guidoniano non era usato per indicare l'altezza assoluta dei suoni, che erano denotati con il sistema alfabetico già esistente, ma per collocare correttamente la posizione del semitono (mi-fa) nella melodia. Il nome "Ut", quindi, non era assegnato solo alla nota che oggi chiamiamo "do" (l'Ut più grave della scala in uso fino al Rinascimento, anzi, era un sol). Solo nel corso del Seicento i nomi del sistema guidoniano furono associati definitivamente alle altezze assolute, dopo che alla fine del XVI secolo era stato aggiunto un nome per il settimo grado della scala ("Si", dalle iniziali di "Sancte Iohannes"). Il teorico della musica italiano Giovanni Battista Doni propose inoltre, per ragioni eufoniche, di sostituire il nome "Ut" con "Do", derivato dalla parola 'Dominus' cioè 'Signore' in riferimento a Dio (ma molto probabilmente scelse il nome "Do" come chiara allusione al suo cognome). A partire da quell'epoca, i nomi dati da Guido hanno sostituito nei paesi latini la notazione alfabetica (ancora in uso in area tedesca e anglosassone); in francese si usa tuttora "Ut" in luogo del "Do".
Guido codificò inoltre il modo di scrivere le note (notazione) definendo le posizioni di esse sulle righe e negli spazi del rigo musicale e proponendo un sistema unificato per la loro scrittura (utilizzando, per la parte terminale della nota, un quadrato, che sarebbe poi diventato un rombo ed infine un ovale). Il rigo usato da Guido aveva quattro righe (a differenza del moderno pentagramma, che ne ha cinque) ed era perciò detto tetragramma. A Guido si deve inoltre l'invenzione di un sistema mnemonico, detto mano guidoniana, per aiutare l'esatta intonazione dei gradi della scala o esacordo[3]. Oltre che nel già citatoMicrologus, egli espose tali innovazioni in numerose lettere e trattati: tra queste, degne di menzione sono la Epistola "ad Michaelem de ignoto cantu", il"Prologus in Antiphonarium" e le "Regulae rithmicae".
Non è chiaro quali delle innovazioni attribuite a Guido fossero concepite a Pomposa e quali ad Arezzo, perché l'antifonario che egli scrisse a Pomposa è andato perduto.
La notorietà che la diffusione del Micrologus gli diede in tutta Italia fece sì che fosse invitato a Roma da Papa Giovanni XIX. Pare che Guido vi si recasse nel1028, soggiornando al Laterano ed illustrando alla Curia Papale le novità che aveva introdotto; ritornò però presto ad Arezzo a causa della sua salute cagionevole. Dopo questa data si hanno meno notizie certe di Guido, tra cui quella del completamento del suo antifonario attorno al 1030, che però è andato perduto. Inoltre, le cronache dell'ordine camaldolese ed alcuni documenti presso l'Archivio Segreto Vaticano, lo indicano come priore presso ilmonastero di Fonte Avellana tra il 1035 e il 1040, anni in cui Pier Damiani indossava l'abito monastico e di cui Guido divenne amico. In questo celebre monastero, Guido portò a compimento il suo Codice Musicale, poi denominato NN o Codice di Fonte Avellana, ancora oggi conservato nella vastissima biblioteca dell'importante monastero appenninico. Successivamente, dal 1040 al 1050, anno in cui sopraggiunse la sua morte, Guido fu priore del monastero di Pomposa, nel quale aveva maturato la sua vocazione monastica ed aveva vissuto i primi anni come monaco. Dal 1040 al 1042, Guido volle con lui a Pomposa l'amico Pier Damiani, affidandogli la mansione di maestro dei monaci e dei novizi. Alcune cronache lo danno per beatificato subito dopo la morte, ma non esistono certezze in merito[4].